101 Cose da fare a MilanoMilano

85. Girare per il Cimitero Monumentale come fosse un Museo

Il Cimitero Monumentale ha un’atmosfera particolare. Lo potete raggiungere in metropolitana scendendo all’omonima fermata sulla line M5 Viola.

Quello che andrete a visitare non è semplicemente un cimitero ma un vero a proprio museo a cielo aperto. E’ come se i grandi scultori del Novecento fossero stati chiamati a raccolta.

Il Progetto Maciachini

Il piazzale del Cimitero Monumentale al tramonto . Sulla destra il Famedio.

Nel 1837 nasceva l’idea di istituire a Milano un unico grande cimitero per sostituire i numerosi e insalubri camposanti presenti in città. Così nel 1860 il Municipio bandiva un concorso per la costruzione del nuovo Cimitero Monumentale che doveva essere destinato alle sepolture a tempo e a quelle a perpetuità. L’elaborato migliore fu quello di Carlo Maciachini (1818-1899), che, nato da umili origini a Induno Olona, si trasferì a Milano operando come intagliatore in legno e successivamente si educò all’architettura attraverso la frequentazione dei corsi dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Alla fine del 1863, il progetto di Maciachini venne approvato in via definitiva e si diede subito inizio ai lavori di costruzione.

Il 2 novembre 1866 il Cimitero, seppure ancora incompleto nelle parti architettoniche, fu disponibile per le inumazioni e venne aperto con cerimonia solenne e la benedizione di rito. Nel 1870 si completava il recinto in muratura, nel 1873 l’Ossario centrale, allora con soprastante cappella cattolica e nel 1887 il Famedio che suggellava con la sua imponente presenza sul piazzale di ingresso una prima e decisiva conclusione dell’opera. Nel corso degli anni il Monumentale è stato più volte ampliato fino a raggiungere la superficie attuale di circa 250.000 mq.


L’Architettura

In bilico tra il romanico e il gotico il cimitero si compone di tre zone che si estendono alle spalle del imponente edificio riccamente decorato con fasce marmoree.

Il Famedio mausoleo storico e un memoriale collettivo per le personalità illustri della città.

La zone centrale del cimitero ospita le tombe di religione cattolica, sono invece state dedicate due zone con spazi e ingressi autonomi, una a sinistra per la popolazione acattolica  e una a destra per la popolazione ebraica.


Il Famedio

La visita non può che partire dal Famedio, si tratta di un mausoleo storico e un memoriale collettivo per le personalità illustri della città. La sua architettura imponente e le opere d’arte commemorative rendono questo luogo unico e suggestivo. Visitare il Famedio è un’esperienza che permette di immergersi nella storia e nell’arte di Milano e di onorare il lascito di coloro che vi riposano, contribuendo al patrimonio culturale della città.


Nel Famedio sono ospitati i resti di soli sette personaggi: al centro, in un sarcofago disegnato dallo stesso Maciachini, riposa Alessandro Manzoni, il primo ad essere traslato nel Famedio, nel 1883, a dieci anni dalla sua morte. Negli altri due sarcofaghi presenti nella grande sala si trovano Carlo Cattaneo e Luca Beltrami; mentre quattro colombari di fascia a lato ponente custodiscono i resti di Salvatore Quasimodo, Carlo Forlanini, Bruno Munari e Leo Valiani; in un colombaro di fascia sul lato di levante riposano le spoglie di Carla Fracci dal 2021. 

Una delle opere d’arte più famose del Famedio è “La Vittoria”, un monumento scolpito da Adolfo Wildt. Questa scultura rappresenta una figura femminile alata, simbolo della vittoria, e sorge con maestosità al centro della sala principale del mausoleo.


Visitare il museo a cielo aperto

Prima di iniziare il tour delle principali tombe nonché vere e proprie opere d’arte presenti, vi consiglio, soprattutto se deciderete di visitare il cimitero verso l’imbrunire, di visitare anche la zona sottostante il famedio lungo i due lati.


La visita vera e propria inizia alle spalle del Famedio dove si trova un primo monumento significativo, si tratta del “Monumento ai Caduti nei Campi di Sterminio Nazisti”, un memoriale dedicato alle vittime dell’Olocausto e a coloro che hanno perso la vita nei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Monumento ai Caduti nei Campi di Sterminio Nazisti, il Monumento nasce dall’intersezione tra la figure di un cubo e di una croce greca: su di un basamento in pietra si colloca una struttura tubolare metallica dipinta di bianco, i cui prospetti si contraddistinguono per le lastre in marmo di Candoglia e di

Collocato al centro dello spazio in cui convergono i viali principali del Cimitero, il Monumento nasce dall’intersezione tra la figure di un cubo e di una croce greca: su di un basamento in pietra si colloca una struttura tubolare metallica dipinta di bianco, i cui prospetti si contraddistinguono per le lastre in marmo di Candoglia e di Svezia che riportano intitolazione e brani del Discorso della Montagna. Al centro della griglia tridimensionale è posta una teca di vetro contenente un’urna, cinta da filo spinato, che custodisce al suo interno della terra proveniente dal campo di Mauthausen.
Nel 1961 furono aggiunte alla base del monumento sette lastre di serizzo, sulle quali sono incisi i nomi degli oltre ottocento milanesi vittime dei campi di sterminio nazisti; per volontà popolare figura anche il nome della principessa Mafalda di Savoia (1902-1944), deceduta nel campo di Buchenwald.


Le Sculture di Enrico Butti

Proseguendo sul viale principale sulla destra incontrerete le edicole Isabella Airoldi Casati e Besenzanica, entrambe sono opere dello scultore Enrico Butti.

La prima è dedicata alla memoria della giovane Isabella Airoldi, scomparsa nel 1889 a soli ventiquattro anni. La fanciulla è adagiata su un letto, al centro della composizione, raffigurata nei suoi ultimi istanti di vita. Alle spalle della giovane è inserito un grande tondo in bronzo avente per soggetto Il sogno della morte, una visione onirica nella quale alcune schiere di angeli si accingono ad accompagnare l’anima della defunta nell’aldilà (descrizione completa dell’opera).


La seconda, l’edicola Besenzanica, si compone di due diversi elementi, differenti per linguaggi stilistici e materiali utilizzati, ideati tuttavia come complementari l’uno all’altro. In primo piano compare il gruppo in bronzo dal titolo Il lavoro L’aratura, che raffigura alcune figure di contadini e di buoi a grandezza naturale, con abbondanza di dettagli realistici. Tale composizione è quindi sovrastata da un’imponente figura femminile rappresentante in chiave simbolista la Natura, la quale, sporgendosi dalle alte rocce che fungono da quinta, infonde il proprio soffio benefico sulla vita, che ciclicamente si rigenera grazie al lavoro della terra (descrizione completa dell’opera)


L’ultima Cena dell’edicola Campari

A questo punto se vi dirigete lungo il viale secondario che porta al punto che separa i rialzati A e B di ponente, troverete l’edicola Campari. Su di un basamento è posto il gruppo scultoreo in bronzo raffigurante l’Ultima Cena.

Il monumento funebre viene eretto per volontà di Davide Campari (1867-1936), titolare dell’omonima azienda produttrice di bevande e liquori, il cui padre Gaspare intorno al 1865 aveva iniziato la produzione dell’amaro “bitter” a Milano.

Vi abbiamo parlato della famiglia campari nel post della serie 1001 foto di Milano:


Questa edicola è tra le più celebri opere del Monumentale. E’ opera dello scultore Giannino Castiglioni (1884-1971) che qui realizzò anche la colossale Via Crucis per la tomba del senatore Antonio Bernocchi (1933-1936), che vedrete nel proseguimento del tour;


Tantissime altre opere

Sempre sul lato sinistro dovete assolutamente cercare il monumento Chinelli, un angelo opera di Lucio Fontana (descrizione completa dell’opera).


A ancora, al centro della Necropoli svetta l’edicola Bernocchi, fulcro del prestigioso spazio a ottagoni concentrici dove le famiglie dell’alta borghesia milanese ambivano a erigere le proprie cappelle funerarie. La struttura in pietra d’Orsera è composta da una base quadrata, la cui parte superiore è contraddistinta dall’epigrafe in latino che commemora i coniugi Bernocchi, e un tronco di cono che si sviluppa con un audace moto a spirale. La parte inferiore dell’edicola risulta particolarmente pregevole per le superfici decorate a mosaico; la parte superiore della struttura, divisa in trenta riquadri, è invece impreziosita da gruppi scultorei in marmo che raccontano le storie della Passione di Gesù Cristo. (descrizione completa dell’opera)


Camminando verso il fondo del cimitero troverete l’edicola Korner progettata da Giulio Ulisse Arata nel 1929,  architetto di formazione tardo eclettica, non scevro da influenze liberty e poi orientato verso Novecento, e impreziosita dall’opera dello scultore Adolfo Wildt (1868-1931), che si cimenta qui nell’ultima opera eseguita per il Cimitero Monumentale. 


Dirigendomi verso l’uscita la mia attenzione è stata attirata da questo monumento situato all’ingresso della Galleria BG superiore, nell’ala di Ponente; Si tratta del Monumento Sommaruga Faini. Ai lati di un austero sarcofago procedono dieci figure femminili velate, in atteggiamento di preghiera. Benché ad un primo sguardo le donne sembrino identiche, si differenziano in realtà nelle fattezze dei volti, giovani o più maturi, una probabile allusione alle diverse fasi della vita. Il monumento è inserito all’interno di una nicchia decorata a mosaico con tessere dorate e verdi-azzurre e con una semplice croce in ferro (descrizione completa dell’opera)


Organizza la tua visita al Cimitero Monumentale

Sono tantissime altre le opere che potrete ammirare durante la visita al cimitero monumentale, c’è da perdersi. Il sito del cimitero, raggiungibile all’indirizzo: https://monumentale.comune.milano.it/ è davvero ben fatto, troverete una descrizione di tutte le opere presenti ma soprattutto, ad oggi 51 diversi itinerari tematici. Sul sito trovate anche informazioni in merito a visite guidate.

In quest’ultima galleria vi lascio qualche altra foto che ho scattato durante la mia visita. Sicuramente tornerò per scoprire altre meravigliose sculture in questo immenso museo a cielo aperto.

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