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Via Magenta – Addio ad un altro spazio di verde urbano

Con la delibera del 13 luglio 2021 la Giunta Tagliaferro ha dato l’autorizzazione definitiva al PIANO DI LOTTIZZAZIONE PER L’ATTUAZIONE DEL COMPARTO C12 – VIA DELLA PACE, VIA S. MARTINO E VIA MAGENTA

Il comparto C12 – Il taglio dell’erba evidenzia la parte di proprietà pubblica dell’area dalla parte privata.

Con la delibera 133 del 13 luglio 2021 la giunta guidata dal Sindaco Andrea Tagliaferro ha messo la parola fine sulla gestione del comparto C12 situato tra via Magenta, Via Pace e Via San Martino. E’ stato definitivamente autorizzato il piano di lottizzazione che prevede la possibilità di costruire due palazzine rispettivamente di 3 e 2 piani. Di seguito un estratto della tavola con il piano volumetrico.

Questa autorizzazione a costruire arriva su un’area che in origine, quando fu redatto il Piano di Governo del Territorio, nel Piano dei Servizi, aveva una generica destinazione a servizi e spazi pubblici: avrebbe quindi dovuto essere destinata a verde oppure ospitare le attrezzature pubbliche che si sarebbero rese necessarie in futuro.

Con la variante del PGT del 28 aprile 2016 l’allora giunta guidata dal Sindaco Alberto Landonio, diede il via a un cambio di destinazione dell’area da servizi pubblici a residenziale. Le motivazioni vennero così espresse in commissione urbanistica: “considerato che da parte del Comune non è mai emersa la necessità di utilizzo per specifiche funzioni, anche su consiglio dell’arch. Engel, si propone la sua trasformazione in area residenziale, comprendendo anche aree già di proprietà pubblica, in modo che il Comune diventerà co-lottizzante e possa partecipare al piano attuativo (area C), in modo da destinare parte di questo a edilizia sociale, mantenendo parte dell’obiettivo originale di interesse pubblico.”

Nella variante al PGT il cambio di distinzione d’uso dell’area veniva giustificato con le seguenti motivazioni:

Il quartiere appare già ben dotato di spazi verdi, essendo connotato dalla diffusa presenza di giardini privati, e non pare necessitare di altre attrezzature pubbliche. La destinazione a servizi dell’area consisterebbe comunque l’edificazione di strutture di servizio di vario genere, compresa la possibilità di collocarvi interventi di edilizia sociale. Pertanto agli effetti della legislazione regionale della pianificazione sovracomunale la conversione dell’area alla destinazione residenziale non comporta nuovo “consumo di suolo”. La variante prevede la cancellazione del vincolo ablativo e la ridestinazione dell’area all’edificazione residenziale, unendola all’adiacente area di proprietà comunale con la quale viene ricompresa all’interno di un comparto di pianificazione attuativa. Tale iniziativa consente inoltre di riservare parte dell’edificazione ad interventi di edilizia sociale.

Già nel 2016 la variante fu contestata dall’allora consigliere del Partito Democratico Giancarlo Foi che dichiarò in consiglio comunale la profonda contrarietà a modificare la destinazione d’uso dell’area:

Mi lascia perplesso il discorso di Barbaiana. E’ davvero un peccato, perché a Barbaiana praticamente a parte i Parco di via Roma, l’area di via Cairoli, l’area di vicolo delle Rose, poi bisogna arrivare al cosiddetto Parco delle Frazioni per avere dei prati o comunque delle aree libere. Sacrificare un’area libera dicendo semplicemente “ma sì, tanto lì è già tutto residenziale” ecco, questo mi sembra profondamente sbagliato”

Quali soluzioni si sarebbero potute adottare sull’area?

Oggi ancor di più, occorre sottolineare quanto la scelta del 2016 sia stata profondamente sbagliata. Le nostre città hanno un disperato bisogno di preservare i pochi spazi verdi rimasti. Sono isole che posso produrre importanti benefici per il contesto urbano circostante.

Le città, in conseguenza del consumo di suolo, presentano temperature dell’aria sia diurne che notturne superiori rispetto ad aree naturali circostanti fino a 12°C. Le chiome degli alberi garantiscono un confort termico che deriva sia dal diretto ombreggiamento delle superfici, sia dal processo di traspirazione. Inoltre, 1 ettaro di foresta urbana può rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10, e 35,7 kg/anno di ozono troposferico.

I benefici del verde urbano non si limitano al regolamento delle temperature in città, ma sono anche psico-fisici e influenzano la qualità della vita delle persone più di quanto immaginiamo. Per approfondire l’argomento di può fare riferimento al seguente articolo: Verde in città: i benefici delle aree verdi urbane e l’importanza di evitare false soluzioni

Proprio per i sopra citati motivi l’area, una volta acquisita al patrimonio comunale, avrebbe semplicemente potuto essere destinata a interventi di riforestazione urbana. Per l’edificazione di nuove costruzioni si sarebbe potuto attingere, anche a Barbaiana, alle numerose aree abbandonate che necessitano di una riqualificazione urbana, una fra tutte l’area del vecchio supermercato Super Dì.

Per comprendere gli scenari di possibile evoluzione futura della nostra città, in un prossimo articolo mostreremo tutte le aree cittadine che ad oggi sono terreno vergine, ma che il PGT ha già previsto essere destinate a residenziale e/o ad altre destinazione e che conseguentemente vedranno un ulteriore consumo di suolo.

Consumo di suolo che formalmente (dalla legge) non non viene considerato come tale proprio per il fatto che già previsto da tempo negli strumenti di pianificazione urbanistica della città, ma che effettivamente dal punto di vista sostanziale potrebbe avvenire nei prossimi anni.

Marco Rimoldi

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