101 Cose da fare a MilanoMilano

6. Contare le Colonne di San Lorenzo Maggiore

La Basilica di San Lorenzo Maggiore è facilmente raggiungibile dal centro città, a piedi o in tram. A piedi da Piazza Duomo prendete via Torino e poi Corso di Porta Ticinese. Con il tram si parte da Piazza Cordusio, prendete la linea 3. In alternativa se volete arrivare da dietro, potete prendere la linea 94. Infatti, come indicato da Micol nel libro, anche la Basilica di San Lorenzo Maggiore, come altre chiese milanesi, è più bella da dietro che di fronte.

La millenaria stratificazione della Basilica di San Lorenzo Maggiore

Se arrivate da Piazza Vetra non soffermatevi troppo sulla piazza, se ne parla nel punto: 7. Farsi Venire la Pelle D’Oca in Piazza Vetra , andate diretti verso la basilica e osservate il misto tra romanico e rinascimentale, la Basilica presenta una pianta molto complessa. Il corpo principale segue un sistema centrale, ed è costituito da un quadrato con i lati arrotondati in quattro grandi absidi. Negli angoli invece sorgono quattro torri scalarie, ora mozze e in parte rovinate. Al centro svetta il tiburio ottagonale, che nasconde la cupola interna. 


Le colonne

A questo punto, costeggiando uno dei due lati, potete raggiungere il sagrato e ammirare le famose Colonne di San Lorenzo, sedici enormi colonne con capitelli corinzi. Al centro del sagrato svetta la statua di Costantino imperatore. La statua è stata posizionata in ossequio alla “romanità” allora imperante durante gli interventi dal 1934 al 1939 che portarono alla demolizione delle vecchie case addossate davanti alla Basilica, il che permise al colonnato di ricongiungersi visivamente alla basilica di San Lorenzo. Le colonne erano parte di un edificio romano risalente al III secolo, probabilmente delle grandi terme volute dall’imperatore Massimiano. Le colonne vennero trasportate nell’attuale locazione a completare l’erigenda basilica di San Lorenzo. I capitelli provengono invece da due edifici differenti; sono infatti diversi per stile e dimensioni. L’assemblaggio che si vede oggi fu realizzato in epoca medioevale, fra l’XI e il XII secolo


La facciata di San Lorenzo Maggiore

La facciata attuale della basilica fu completata solo nel 1894, seguendo il progetto di Cesare Nava approvato due anni prima. Questa facciata imponente è caratterizzata da un grande portico composto da tre arcate, e le sue linee sono definite da alte paraste adornate con capitelli decorati con volute ioniche.

Tra le due torri che si ergono davanti, quella di sinistra presenta una sommità mozza, verosimilmente a causa dei danni subiti durante il crollo del 1573. Al contrario, la torre di destra fu trasformata già in epoca romanica in un campanile, mediante l’aggiunta di una cella campanaria dotata di trifore. Questa metamorfosi riflette la storia travagliata e le modifiche avvenute nel corso dei secoli, donando alla basilica una suggestiva stratificazione di stili e funzioni.


La cupola più grande di Milano

Alzando lo sguardo potrete ammirare la cupola, la più grande di Milano. Realizzata nella seconda metà del XVI secolo su progetto di Martino Bassi. La cupola ha una forma ottagonale ed è decorata con lesene e paraste agli angoli. Le finestre rettangolari sono sormontate da timpani triangolari e curvilinei, e sulla sommità si trova una lanterna. La cupola ricostruita nel Cinquecento è considerata un risultato eccellente, specialmente se confrontato con l’importanza e il prestigio della chiesa. Il tamburo alto che copre quasi interamente la cupola è chiaramente ispirato a un elemento simile nella cupola di Sant’Ivo alla Sapienza di Borromini, non per niente quando sarete sul sagrato ci sono tutte le caratteristiche per sentirsi a Roma.


L’interno: la Cappella di Sant’Aquilino e la copia dell’Ultima Cena

A questo punto non vi resta che entrare nella basilica, la chiesa è ovviamente bellissima, ma ci sono due cose che dovrete vedere e che vengono raccontate da Micol nel libro. La prima è Cappella di S. Aquilino, l’entrata si trova sulla destra, si paga un biglietto di due Euro. Qui potrete ammirare, ben conservati, dei mosaici di età romana.


Ma chi era Sant’Aquilino?

Sant'Aquilino
Nato a Wurzburg, compì i suoi studi a Colonia e fu ordinato sacerdote. Per evitare di accettare la nomina a vescovo, fuggì a Parigi, dedicandosi successivamente all’assistenza degli appestati, da cui ebbe origine il suo culto come protettore dalla peste. Successivamente si trasferì a Pavia e Milano, dove perse la vita nel 1015 a causa del suo impegno contro le eresie, venendo ucciso dagli eretici con una coltellata alla gola.

Sant’Aquilino divenne il patrono dei facchini, poiché la tradizione narra che alcuni di loro trovarono il suo cadavere e lo trasportarono a San Lorenzo, dove fu sepolto nella cappella che porta il suo nome. Il primo documento ufficiale su Sant’Aquilino risale al 1465, quando fu approvata la confraternita a lui dedicata.

Nel 1581, San Carlo Borromeo lo proclamò compatrono della città di Milano. In occasione della festa di Sant’Aquilino il 29 gennaio, i facchini solitamente si dirigevano alla Basilica di San Lorenzo insieme ai rappresentanti del Comune. Il facchino più anziano portava “la baga”, la gerla contenente l’olio per la lampada davanti all’urna del Santo. Recentemente, la processione è stata sostituita da una funzione religiosa all’interno della Basilica

Ben conservati restano i mosaici paleocristiani di due lunette. In particolare in quella di destra, un Cristo giovane e imberbe, seduto su una roccia, attende i giusti alla fine dei tempi, circondato dagli Apostoli. Ai loro piedi scorrono due corsi d’acqua, simboli del Paradiso, così come lo è lo sfondo dorato (primo esempio noto nell’arte occidentale).

Usciti dalla Cappella di Sant’Aquilino, posizionato sulla sinistra rispetto al portone centrale, troverete l’affresco con una copia dell’Ultima Cena, fu ritrovato alla fine del XIX secolo sotto uno spesso strato di calce, sono evidenti i segni di picchiettature che lo avevano deturpato. Si tratta di un’interpretazione dell’Ultima Cena con uno stile quasi “popolare” e naïf, caratterizzato da colori accesi e vivaci, ma notevolmente fedele al capolavoro di Leonardo. In passato, si è ipotizzato che il dipinto potesse essere una sorta di “prova” eseguita dallo stesso maestro toscano prima del suo intervento nel refettorio domenicano. Tuttavia, al di là di questa idea assurda, rimane il fatto che l’opera nella basilica della Colonne potrebbe invece rappresentare una delle prime copie conosciute del Cenacolo delle Grazie, databile quindi ai primi anni del Cinquecento.


Di questo affresco si possono notare alcuni dettagli interessanti. Giuda è l’unico degli apostoli che è raffigurato senza aureola. Alle spalle di Giuda spunta una mano che impugna un coltello, tuttavia non è possibile attribuire a nessuno degli apostoli raffigurati quel braccio.

Prima di uscire sul sagrato per tuffarvi nella frenesia della città, approfittatene per un’ultima occhiata alla sorprendente cupola.


La movida alle Colonne

Uscendo, quando vi troverete nuovamente sul sagrato, capirete perché questo spazio definisce perfettamente Milano, con la sua commistione tra antico e nuovo. Alla vostra sinistra, c’è quello che una volta era conosciuto come il Diesel Wall, che ospitava a rotazione opere di artisti contemporanei, che sovrastavano gli avventori del locale sottostante, l’Exploit Drinks & Dinner, in cui ci si fermava per un classico aperitivo milanese. Oggi il locale è chiuso e dei moderni murales non c’è più traccia.

A essere del tutto onesti, tutta la zona delle Colonne e di Piazza Vetra, rispetto al 2010 anno in cui ho scattato le prime fotografie, si è progressivamente degradata e sembra quasi aver perso quel fascino tipico milanese in cui è possibile la convivenza tra antico e nuovo, tra beni a rilevanza storica e la cosiddetta movida.

Ad ogni modo in zona si possono ancora trovare diversi locali e negozi e come sempre ci sono parecchi ragazzi che sostano sotto le colonne. Le Colonne sono ancora un discusso punto di ritrovo della movida milanese.


Colonne di San Lorenzo: ultime curiosità

Prima di lasciarvi con l’indovinello richiamato nel titolo del post, un altro paio di curiosità da cercare in zona Colonne.

La prima è la cosiddetta “Madonna delle Bestemmie”, secondo la leggenda viene così chiamata per gli improperi che furono lanciati dall’operaio che ne stava effettuando il montaggio, quando le cadde sui piedi.


La seconda si trova all’angolo con via Mora. Si tratta della Colonna Infame, dal 2005 è presente una notevole scultura moderna di Ruggero Menegon, accompagnata da una luce votiva posta a pavimento. La scultura ha l’intento di simboleggiare una Colonna “infame” che occupava quel luogo dal 1630 fino al 24 agosto 1778. Di fronte a questa opera, su un pilastro, si trova una targa commemorativa che spesso sfugge all’attenzione.

Su questa targa, il Comune di Milano, ha incluso una citazione di Alessandro Manzoni tratta dal saggio storico “La storia della Colonna Infame”. Il contenuto morale della frase di Manzoni invita a riflettere sulla storia e sulla simbologia associata alla Colonna Infame nel contesto di quel luogo.

“Qui sorgeva un tempo la casa di Gian Giacomo Mora, ingiustamente torturato e condannato a morte come untore, durante la pestilenza del 1630.
E’ un sollievo il pensare che se non seppero quello che facevano, fu per non volerlo sapere, fu per quell’ignoranza che l’uomo assume e perde a piacere, e non è una scusa, ma una colpa”
  [A. Manzoni]


Ma quanto sono davvero le Colonne di San Lorenzo?

Vi lascio con un ultimo mistero da risolvere. Quante sono effettivamente le colonne di San Lorenzo? Son d’avvero 16 come detto all’inizio del post oppure ci stiamo perdendo qualcosa?

Per scoprire l’effettivo numero delle colonne, espandi questa sezione cliccando sulla freccetta:

Le colonne in realtà sono diciassette, infatti se guardate sulla sommità dell’arco che si trova al centro delle colonne vi è una colonna in miniatura con sopra la croce.


Bibliografia

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre 2023

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