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LM Blog a Roma: Immagini dalla Città Eterna

Ponte Vittorio Emanuele II

In questa prima foto abbiamo una veduta di Ponte Vittorio Emanuele II fotografato da Ponte Sant’Angelo. Sullo sfondo partendo da destra sono riconoscibili: il Palazzo dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, il complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, la cupola di San Pietro e il campanile della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia.

La progettazione del ponte dedicato a Re Vittorio Emanuele II fu affidata all’architetto Ennio De Rossi nel 1886, anche se la sua inaugurazione avvenne solo 25 anni dopo, il 6 giugno 1911, in occasione del 50° anniversario dell’Unità d’Italia. La struttura, composta da tre arcate circolari ribassate, è realizzata in muratura e presenta quattro imponenti basamenti decorati con semicolonne alle estremità, su cui si trovano altrettante “Vittorie alate” in bronzo, simbolo delle virtù di Re Vittorio Emanuele II.

Ponte Sant’Angelo

Circa 1.900 anni fa, venne eretto il Ponte Sant’Angelo, uno dei due antichi ponti romani sul Tevere che ha resistito al passare del tempo. Dopo la distruzione del Ponte di Nerone, i viaggiatori erano costretti a utilizzare questo ponte per raggiungere la Basilica di San Pietro, motivo per cui è spesso noto come il “ponte di San Pietro”.

Nel sesto secolo, Papa Gregorio I nominò sia il castello che il ponte “Sant’Angelo” dopo aver avuto una visione di un angelo che apparve sul tetto del castello, segnando la fine di un’epidemia. Nel 1669, Papa Clemente IX incaricò Bernini di sostituire gli angeli di stucco del ponte, ormai deteriorati. Le due rampe romane che collegavano il ponte alle sponde furono demolite durante la costruzione del Lungotevere alla fine del XIX secolo e al loro posto furono eretti due archi simili. Attualmente, il ponte è riservato esclusivamente ai pedoni e offre una splendida vista su Castel Sant’Angelo.


Angelo con il flagello

Nella foto è visibile l’angelo che tiene la frusta usata dai romani per tormentare Gesù mentre era legato alla colonna. Creato da Lazzaro Morelli, l’iscrizione sulla scultura recita: “Sono pronto per il flagello”.


Rione Ponte


Sul fiume Tevere, Ponte è una piccola area di strade con sanpietrini ed eleganti edifici come il quattrocentesco Palazzo Altemps, che ospita il Museo nazionale romano con antiche sculture. La grandiosa Chiesa di Santa Maria della Pace vanta affreschi di Raffaello, mentre nel Chiostro del Bramante vengono organizzate mostre artistiche. In Via dei Coronari, invece, si alternano boutique indipendenti, trattorie e gelaterie.

Via dei Coronari


Fin dalle sue origini, Via dei Coronari si è distinta come un percorso di notevole interesse, identificandosi come la famosa “via Recta”. Questa strada, che passava accanto allo “Stadio di Domiziano”, collegava la “via Lata” al ponte Neroniano, crollato alla fine del IV secolo. Nel Medioevo, la “via Recta” prese il nome di “via di Tor Sanguigna” a causa della vicinanza con questa torre, e successivamente divenne nota come via dei Coronari, dal nome dei venditori di oggetti sacri, noti anche come “paternostrari”, che si stabilirono in questo luogo in quanto frequentato dai pellegrini diretti a San Pietro.

L’apertura di Via dei Coronari fu opera di Sisto IV della Rovere e rappresentò il primo percorso stradale rettilineo nel labirinto dei vicoli della città medievale. Lunga circa 500 metri, durante il Rinascimento era suddivisa in due tratti: uno noto come “Scorticlaria”, in quanto vi si trovavano gli artigiani del cuoio e dei pellami, e l’altro chiamato “Immagine di Ponte”, dal nome della piccola cappella sacra all’angolo con vicolo Domizio. Questa strada presenta tre distinti periodi storici: il medioevale, conservato nei vicoli; il rinascimentale, evidenziato dagli edifici e dalle casette; e il barocco, rappresentato dagli edifici caratterizzati dai balconcini, i portoni e le edicole sacre. Oggi, Via dei Coronari è animata dalle botteghe degli antiquari, le cui vetrine brillano con mobili di varie epoche, lampade, tavoli e scrittoi, creando quasi una mostra permanente di straordinaria bellezza.


Piazza Navona


Piazza Navona, una delle piazze barocche più splendide di Roma, sorge sul sito dell’antico “Stadio di Domiziano” o “Circus Agonalis”. Da questo stadio, la piazza ha conservato con precisione la forma rettangolare allungata dell’arena, con il lato settentrionale curvato, mentre gli edifici circostanti occupano il posto delle gradinate della cavea. L’edificazione dello stadio fu probabilmente commissionata da Domiziano, forse già prima dell’anno 86 d.C., per ospitare i giochi atletici greci che egli particolarmente apprezzava, ma che i Romani consideravano immorali e non gradivano.


La fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini

Nell’immagine, la Fontana dei Quattro Fiumi, progettata da Gian Lorenzo Bernini su commissione del Papa Innocenzo X Pamphilj, è uno dei suoi capolavori più noti. Rappresenta un’armoniosa fusione di architettura e scultura. La fontana è costituita da una scogliera di travertino che sorregge un obelisco di granito proveniente dal circo di Massenzio. Quattro statue raffiguranti i fiumi più importanti del mondo all’epoca adornano gli angoli della scogliera, ognuna associata a un continente. Sopra di esse, due stemmi della famiglia del Papa e una colomba in bronzo coronano l’obelisco. La fontana fu inaugurata il 12 giugno 1651 e suscitò grande ammirazione tra gli osservatori dell’epoca. Una leggenda vuole che le pose delle statue avessero significati legati alla rivalità tra Bernini e Borromini, ma ciò è stato smentito.


Fontana del Moro


La fontana, alimentata dall’Acqua Vergine, si situa all’estremità meridionale di piazza Navona, di fronte al palazzo Pamphilj.

Realizzato nel 1575 da Giacomo della Porta durante il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585), il bacino in marmo di Portasanta era ornato da gruppi scultorei cinquecenteschi di tritoni, draghi e mascheroni creati da artisti come Egidio della Riviera, Taddeo Landini, Simone Moschini e Giacobbe Silla Longhi, seguendo i disegni dello stesso della Porta. Nel 1874, le sculture originali furono sostituite con copie di Luigi Amici.

Innocenzo X Pamphilj (1644-1655) incaricò Gian Lorenzo Bernini di rinnovare la fontana del Cinquecento. Fu così realizzata una nuova piscina che riproponeva il disegno della precedente. Nel 1655, al centro della vasca fu collocata una statua scolpita da Giannantonio Mari su progetto dello stesso Bernini.

La scultura raffigura un moro che tiene tra le mani la coda di un delfino, la cui testa emerge dalle gambe della statua e dalla cui bocca sgorga l’acqua. Il Moro fu preferito ad un gruppo chiamato “della lumaca”, composto da due delfini che sorreggevano una conchiglia marina. Quest’ultimo non ottenne il favore di Olimpia Maidalchini, cognata di Innocenzo X, e fu collocato a Villa Pamphilj, dove si trova ancora oggi.

A questa fontana, il poeta Giuseppe Gioacchino Belli dedicò uno dei suoi primi sonetti intitolato “Er Moro de Piazza Navona”.

Il Pantheon


Il Pantheon, da oltre duemila anni, simboleggia l’apice della grandezza di Roma e rappresenta un legame indissolubile con lo sviluppo della città nel corso dei secoli. Questo monumento ispirò i più eminenti architetti del Rinascimento, tanto che Raffaello desiderò che fosse il suo luogo di sepoltura.

Nel 27 a.C., Marco Vipsanio Agrippa, genero e collaboratore del primo imperatore Augusto, eresse questo tempio dedicandolo alle sette divinità planetarie. Da qui deriva il nome “Pantheon”, che in greco significa “di tutti gli dèi”. L’edificio originale, di dimensioni più contenute rispetto a quello attuale, fu ricostruito da Adriano tra il 118 e il 125 d.C. Nella riedificazione, Adriano cambiò l’orientamento del tempio di 180 gradi e creò davanti ad esso una grande piazza porticata. Tuttavia, sull’architrave, lasciò l’iscrizione che ancora oggi commemora Agrippa come l’originale costruttore, dimostrando la sua considerazione per il pensiero di quest’ultimo.

Chiuso e trascurato durante i primi Imperatori cristiani e successivamente danneggiato dai barbari, nel 609 d.C. l’Imperatore bizantino Foca donò il Pantheon al Papa Bonifacio IV. Quest’ultimo consacrò il tempio a Santa Maria ad Martyres, così chiamata perché vi trasferì le spoglie di numerosi martiri anonimi, al punto da riempire 28 carri. Questo atto simboleggiò il passaggio da una dedica pagana a tutti gli dèi di Roma a un riferimento cristiano alla comunità di martiri.

Fontana di Trevi


La Fontana di Trevi è una delle più celebri fontane di Roma e rappresenta l’estremità terminale dell’antico acquedotto Vergine, ancora in funzione oggi. Fu costruita nel XVIII secolo su progetto dell’architetto Nicola Salvi, su commissione di Papa Clemente XII. La fontana è situata nella piazza di Trevi, così chiamata per la convergenza di tre strade o per l’originaria uscita tripla dell’acqua.

La struttura è adagiata su Palazzo Poli e presenta un bacino con una scogliera decorata da statue e da un suggestivo flusso d’acqua. Al centro spicca una statua di Oceano su un cocchio a forma di conchiglia, trainato da cavalli marini e tritoni.

I rilievi sul prospetto alludono alla leggenda della sorgente e alla storia dell’acquedotto. La fontana fu restaurata e arricchita da Giuseppe Pannini, e successivamente restaurata nuovamente nel 2014 grazie al contributo della Maison Fendi.

L’usanza di lanciare una moneta nella fontana per assicurarsi di ritornare a Roma è molto nota. Per trovare amore italiano o un tocco di romanticismo, si lanciano una seconda e terza moneta per far suonare le campane nuziali.

La Fontana di Trevi è famosa anche per essere stata il set di una famosa scena nel film “La Dolce Vita” di Federico Fellini, con Anita Ekberg che si immerge nell’acqua scintillante della fontana.

Oltre a ciò, sulla parte destra esterna della fontana si trova una vaschetta rettangolare con due cannelle, conosciuta come la “fontana degli innamorati”. Secondo la tradizione, le coppie che bevono da questa fontanella sono destinate a rimanere innamorate e fedeli per sempre. Si tratta di un antico rituale che veniva seguito prima delle separazioni prolungate, come durante il servizio militare.

Trastevere e Testaccio


La nostra galleria di scatti romani si conclude con dei immagini da due quartieri simbolo della capitale: Trastevere e Testaccio.

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