101 Cose da fare a MilanoMilano

52. Riflettere sui danni dell’inquinamento acustico osservando la cima del campanile di San Gottardo

La Chiesa di San Gottardo in Corte si trova sul lato destro del Duomo alle spalle di Palazzo Reale. L’ingresso originario della chiesa si trova in Via Pecorari, poco dopo Via delle Ore. Una volta tutta la contrada si chiamava delle Ore, infatti sul campanile della chiesa di San Gottardo, per volere di Azzone Visconti, venne installato il primo orologio pubblico della città che originariamente scandiva 24 ore a partire dalla prima ora successiva al tramonto. Un rintocco di campana scandiva la prima ora della notte, mentre al tramonto i rintocchi erano ventiquattro. Il tempo scandito e l’automatismo del meccanismo destarono un tale scalpore che la zona circostante venne per l’appunto chiamata “Contrada delle Ore”.

Il Campanile e la storia di Odetto de Foix

Il campanile delle Chiesa di San Gottardo è parte di una delle storie più belle di Milano, che lega a stretto filo il campanile con il crollo della Torre del Filarete avvenuto nel 1521. La storia è quella di Odetto de Foix, del archibugiere svizzero detto il Bombarda e della sua fidanzata Assuntina.

E’ proprio da questa storia che deriva, con un po’ di ironia, l’inquinamento acustico e i relativi danni, scelti da Micol Beltramini per il titolo del punto 52 del suo libro 101 Cose da Fare a Milano almeno una volta nella vita.

La storia ha infatti inizio proprio nei pressi del campanile di San Gottardo e ha come protagonista proprio Odetto de Foix, il quale abitava nel palazzo del Governatore (il vecchio Broletto – l’attuale Palazzo Reale). Avendo un sonno piuttosto leggero, spesso soffriva di disturbi notturni. La sua camera da letto si trovava a pochi passi di distanza dalla chiesa di San Gottardo in Corte. Sulla sommità del campanile della chiesa c’era la statua in rame, di San Michele Arcangelo. Il cigolio del metallo, alla base della statua, nelle giornate ventose, non gli dava pace, portandolo a manifestazioni di pazzia.

Per conoscere il resto della storia potete leggere il post Torre del Filarete (#371)


Visitare la Chiesa di San Gottardo

L’accesso alla chiesa di San Gottardo in Corte è parte del percorso della visita al Museo del Duomo. L’accesso al museo si trova presso l’ingresso di Palazzo Reale. E’ consigliabile acquistare il biglietto online per un accesso più agevole, dovrete altrimenti recarvi presso la biglietteria presso il Duomo Shop.

Per accedere alla chiesa dal museo si passa per un cortiletto interno in cui è presente una copia a dimensioni reali della Madonnina.

La sua costruzione della chiesa, terminata intorno al 1336, rientra nelle modifiche architettoniche volute da Azzone Visconti per il proprio Palazzo.
La chiesa, pensata come cappella di corte, venne offerta alla Vergine e dedicata a San Gottardo da sempre invocato come protettore di vari disturbi fisici che affiggevano Azzone, uno fra tanti, la gotta. Il signore di Milano venne qui sepolto ed è possibile ammirare il monumento sepolcrale su di un lato dell’altare.

Durante il riassetto globale del Palazzo voluto dal Governo austriaco ad opera di Giuseppe Piermarini, il profilo esterno della cappella venne totalmente e drasticamente modificato: l’ingresso venne trasferito sul fianco sud e la configurazione a capanna con tre aperture della facciata venne eliminata.

L’intero fu oggetto di considerevoli rimaneggiamenti che diedero alla cappella l’attuale aspetto neoclassico.

La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, tramite un accordo stipulato tra il Comune di Milano e l’Arcidiocesi nel marzo 2014, ha provveduto al restauro della cappella, completando l’opera di riallestimento voluta per il Museo e conclusasi nel novembre 2013.

Crocifissione

Sulla parete di controfacciata c’è un affresco che fu ritrovato nel 1929 alla base del campanile sul muro di una cappella andata distrutta. Nel 1952 fu strappato e trasportato su tela, per essere collocato nella posizione in cui potrete ammirarlo oggi.

Dell’opera, fortemente deteriorata, resta visibile la zona inferiore dove fra i tre crocefissi, in stato frammentario si sviluppa una composizione complessa con figure disposte su più piani. L’ultimo restauro, a cura di Anna Lucchini, ha consentito dopo una pulitura e la stuccatura delle lacune l’emergere di nuovi dettagli. Nuovamente visibile è la figura seduta sotto il crocefisso, identificabile forse con un profeta, il recupero del personaggio al centro della scena del taglio della veste e sulla sinistra la figura coronata, probabilmente David o Salomone.

Il maestro di San Gottardo, attivo verso il 1340 nella cappella palatina, utilizza un linguaggio aggiornato alla contemporanea cultura figurativa toscana. L’autore dell’opera dimostra di aver appreso la lezione di Giotto, chiamato da Azzone Visconti, fondatore di San Gottardo, per lavorare alla “corte vecchia” (oggi Palazzo Reale) tra il 1335-36.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *