Il Cenacolo Vinciano e la prospettiva aerea
Una delle opere più ammirate e discusse di tutti i tempi è custodita orgogliosamente presso il Museo del Cenacolo Vinciano nei pressi di Santa Maria delle Grazie. Leonardo ci lascia una delle sue più prodigiose opere, una scena che nell’immaginario collettivo suscita sempre curiosità e mistero.
Se andiamo indietro nel tempo e immaginiamo di visitare i luoghi di Leonardo, possiamo ritrovare nell’Ultima Cena un’ambientazione che ricorda il refettorio dei frati. Leonardo non sceglie a caso questo contesto, che gli consente, come fosse all’interno di una scatola prospettica, di far interagire lo spazio del dipinto e la dimensione reale. Si differenzia così, neanche a farlo apposta, dalle regole del suo tempo che volevano ambientazioni chiuse. Esistono due tipi di luce in questo dipinto, una proviene dalla parte sinistra delle finestre e una dall’interno della sala, dando un senso di profondità unico.
I colori mutano, dalle tonalità calde dei personaggi in primo piano e della tavola a intensità fredde sullo sfondo, dietro le finestre, sulle colline lontane. Il senso prospettico ottenuto dal mutamento delle tonalità da calde a fredde viene definito da Leonardo “prospettiva aerea”. Leonardo ci offre inoltre una prospettiva leggermente rialzata, per permetterci di osservare la disposizione degli elementi sulla tavola.
Gli apostoli nel Cenacolo Vinciano
Infine, secondo la più realistica interpretazione, troviamo loro, gli apostoli, nel seguente ordine:
il primo da sinistra è Bartolomeo che si trova accanto a Giacomo Minore, poi troviamo Andrea, intento a compiere un interessante gesto con le mani, come a volersi discolpare da qualche illazione. Troviamo poi Pietro, fratello di Andrea, proteso verso Giovanni che si trova proprio acanto a Cristo e che ha un’espressione intrisa di malinconia. Pietro ha un coltello e dà l’impressione di voler scuotere Giovanni, affinché possa chiedere a Gesù chi sia il traditore. Vicino a loro il traditore, Giuda, in posizione ritratta e con in mano la sacca contenente i 30 denari, ricevuti come ricompensa per il fatidico bacio. Al centro Cristo, in un equilibrio tutto triangolare. A destra Giacomo Maggiore, a braccia aperte in totale disappunto e Tommaso, nel tentativo di carpire da Gesù un mistero quasi impronunciabile. Filippo, di seguito, porta le mani al petto in segno di dolore, vicino a lui Matteo che ruota le braccia verso Cristo, ma contemporaneamente volge lo sguardo verso Simone e Giuda Taddeo, come a voler convalidare insieme a loro le parole appena a ascoltate.