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9. Seguire la stella dei Re Magi fino a Sant’Eustorgio

Dopo aver fatto tappa al Parco delle Basiliche come descritto nel il punto “8. Respirare di sollievo nel parco delle basiliche”, proseguite verso la Basilica di Sant’Eustorgio, potrete raggiungere l’ingresso con una breve passeggiata dopo aver percorso il lato destro lungo via Santa Croce


La basilica di S. Eustorgio sorge nell’omonima piazza lungo una delle strade più importanti della città di Milano, quella che conduce a Pavia, capitale del regno dei Longobardi. Secondo un’antica tradizione ancora oggi da qui comincia la processione con il quale ogni nuovo vescovo di Milano entra in città.

Sant’Eustorgio è considerata la terza chiesa madre di Milano, dopo il Duomo, dedicato a Santa Maria Nascente, e la Basilica di Sant’Ambrogio. L’ingresso, semplice e raccolto, si apre su un luogo che racconta una storia millenaria. Dominata da un campanile alto 73 metri, costruito tra il 1297 e il 1309 e sormontato da una stella simbolica, Sant’Eustorgio evoca un luogo dove storia e leggenda si incontrano.


Un viaggio nel tempo attraverso la storia della basilica

La Basilica di Sant’Eustorgio è una delle chiese più antiche e affascinanti di Milano. Secondo la tradizione, fu fondata nel punto in cui si fermò il carro con cui il vescovo Eustorgio trasportava le reliquie dei Re Magi. Questo luogo, che in origine era un cimitero pagano e poi paleocristiano, divenne il fulcro di un importante centro di culto.

La chiesa subì numerose trasformazioni nel corso dei secoli. I resti della struttura paleocristiana sono visibili sotto l’abside attuale, mentre il campanile romanico e gli elementi gotici aggiunti dai domenicani nel XIII secolo ne testimoniano l’evoluzione architettonica. Nel 1220 la basilica venne affidata ai domenicani, che tra il 1227 e il 1235 costruirono il convento annesso e modificarono l’edificio. Tra i lavori principali, venne aggiunto il transetto, in particolare il braccio destro, e furono realizzate coperture a volte di uguale altezza per le navate principali e laterali, secondo il modello delle chiese “a sala”. Nel 1297 venne eretto il campanile, alto 73 metri e dotato di un orologio già nel 1305, il più alto di Milano all’epoca. Grazie al supporto delle famiglie Visconti e Sforza, la basilica prosperò, ma visse anche momenti di decadenza spirituale, soprattutto quando i domenicani di Sant’Eustorgio si allontanarono dalle antiche regole dell’ordine.


Nonostante i danni subiti nel tempo, Sant’Eustorgio conserva il suo fascino, ma non tutti i restauri sono stati positivi. Nel XIX secolo, radicali lavori di restauro, desiderosi di ricreare un aspetto medievale fantasioso, cancellarono molte modifiche apportate tra il XVI e il XVIII secolo e portarono alla perdita di opere significative. Tra il 1863 e il 1865 fu rifatta la facciata su disegno di Giovanni Brocca e Enrico Terzaghi. Fortunatamente, nuovi interventi, avviati nel 1952, hanno cercato di rimediare, rimuovendo gran parte delle aggiunte ottocentesche “in stile” e riportando alla luce frammenti autentici di affreschi medievali e opere rinascimentali. Oggi, i chiostri dell’ex Convento Domenicano ospitano il Museo Diocesano di Milano, ampliando l’importanza culturale e artistica della basilica.


Ma ci sono davvero i resti dei Magi in Sant’Eustorgio?

La basilica di Sant’Eustorgio è famosa per custodire le reliquie dei Magi, ma la loro storia è avvolta nella leggenda. Secondo un’antica tradizione, i corpi dei Magi furono trasportati da Sant’Elena,  madre di Costantino, a Costantinopoli. Successivamente, l’imperatore Costante li donò al vescovo Eustorgio, che li portò a Milano in un grande sarcofago marmoreo.

Giunti nei pressi di Porta Ticinese, i buoi che trainavano il carro si fermarono esausti, e in quel punto venne eretta la basilica. Tuttavia, durante il saccheggio di Milano da parte di Federico Barbarossa nel 1164, le reliquie furono trafugate e portate a Colonia. Rimase solo il sarcofago marmoreo con la scritta “Sepulcrum trium Magorum” che potete vedere nell’ultima cappella di destra, nota appunto come la “Cappella dei Magi”.


Dopo secoli di richieste per riottenere le reliquie, nel 1903 alcuni frammenti furono restituiti alla basilica e oggi sono custoditi sopra l’altare dei Magi, nel transetto destro. Ogni anno, il 6 gennaio, la processione dell’Epifania unisce simbolicamente il Duomo di Milano a Sant’Eustorgio, rievocando il viaggio dei sapienti guidati dalla stella.


Cappella Portinari: Pietro da Verona e l’inquisizione a Milano


Una volta visitata la chiesa non vi resta che visitare la perla di Sant’Eustorgio, la Cappella Portinari. Si può accedere, previo pagamento del biglietto d’ingresso dal transetto sinistro.

La Cappella Portinari è una delle gemme artistiche della Basilica di Sant’Eustorgio. Commissionata da Pigello Portinari, direttore del Banco Mediceo a Milano, fu realizzata tra il 1462 e il 1468 come cappella funeraria. Questo spazio, uno dei primi esempi di stile rinascimentale toscano in Lombardia, colpisce per la sua struttura armoniosa: un vano quadrato sovrastato da una cupola decorata con angeli musicanti e affreschi di Vincenzo Foppa.

Al centro della cappella si trova l’imponente arca marmorea di San Pietro Martire, realizzata da Giovanni di Balduccio. Questo capolavoro scultoreo celebra la vita e i miracoli del frate domenicano, noto per la sua predicazione contro le eresie. Pietro da Verona, ucciso nel 1252 durante un viaggio da Como a Milano, fu sepolto nella basilica.

Secondo una curiosa leggenda, Giovanni di Balduccio, nel realizzare l’arca, la fece troppo corta, pertanto il corpo del santo non vi entrava completamente. Giovanni Visconti decise allora di portare via la testa del santo: da quel giorno soffrì di forti emicranie fin quando non si decise a riportare la testa all’interno del sarcofago.  Questo gesto contribuì a consolidare il legame tra San Pietro Martire e le emicranie: molti credono che il santo sia il protettore di chi soffre di questo male, forse proprio in relazione a questo episodio.

L’arca, decorata con sculture e bassorilievi che raffigurano virtù cristiane e episodi della vita del santo, rappresenta un esempio straordinario di arte gotica.


Le 101 Cose da Fare a Milano almeno una volta nella vita sono tratte dal libro:

Ultimo aggiornamento articolo: 30/12/2024

Un pensiero su “9. Seguire la stella dei Re Magi fino a Sant’Eustorgio

  • marcos méndez filesi

    Grandisime foto et comentari. Grazzie.

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